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Debriefing HSA / Re:deb Alp-One: Matrioska [48h] 2023
« il: Settembre 25, 2023, 10:56:16 pm »
Ore 13.00 la pioggia ha lasciato ancora il posto alla neve, che si appoggia sulle nostre giacche, sciogliendosi. Il terreno è pesante, zuppo di pioggia. Giunti all’inizio del sentiero che il pomeriggio precedente ci ha portato su, è ora di iniziare a pensare a dove accamparci per aspettare il calar del buio. È assolutamente fuori discussione passare il confine con la luce. Scendiamo lenti e finalmente uno spicchio di sole si affaccia dalle nuvole, scaldandoci e rigenerandoci quanto basta.
Sfiliamo davanti ad alcune baite, da una delle quali un uomo ci fa gesto di avvicinarci. Sono 4 cacciatori, incuriositi dal nostro aspetto e probabilmente dai grossi zaini, che ci invitano a bere qualcosa. Si insomma, la classica scena dei film sulla seconda guerra mondiale in cui la popolazione da ospitalità agli eserciti di liberazione. Ne approfittiamo per cucinare un pasto caldo mentre scambiamo opinioni e avventure con i padroni di casa: un bicchiere di vino ci allieta, un caffè caldo ci rincuora e il sole ci asciuga per quanto possibile.
Salutati i gentilissimi cacciatori, scendiamo ancora un po prima di trovare un buon posto per installare un OP, e mentre ci riposiamo, passo in rassegna con il nasone (lo spective, per chi non mastica la lingua lgm) la zona sud, ci sono di certo un paio di punti interessanti che trasmetto al comando.
Ore 19.30. A Ridosso dell’imbrunire, prima di entrare di nuovo a fraciscio, decido per una cache. Gli zaini non ci serviranno per quel che dobbiamo fare in territorio cinese, di fermarci non se ne parla quindi ci alleggeriamo giustamente del non indispensabile.
Il punto individuato da Bad per oltrepassare il confine è un ponte pedonale a est della cittadina, più a nord di quello principale carrozzabile.
Non incontriamo presidio e, passato il ponte, ci infiliamo su un sentiero che dovrebbe costeggiare il lato est. Scorgiamo pero le luci di una pattuglia che viene verso di noi. Prendiamo il lato del bosco e, non appena la contro è a tiro, li falciamo senza che nemmeno si accorgessero di cosa fosse successo.
Proseguire su questa costa non è facile, il terreno è costellato di pietre e radici, e le continue soste per nasconderci dai fasci delle torce che provano invano a sorprenderci ci infreddoliscono oltre che rallentarci.
Arrivati in zona obj, ridenominato Echo, vediamo il drone, fantastico, appoggiato sulla zona di decollo, che aspetta noi per rivelarci ciò che ha nella sua memoria. Facciamo passare la contro e, solita impostazione degli obj precedenti, mentre paul e snake coprono, io e bad scendiamo all’obiettivo. Passato lo stupore iniziale di un simulacro davvero magnifico, bad inizia la sequenza: on, 1, reset, 1, copia dei dati, attacco il telefono al cavo per il trasferimento e.. “trito, pattuglia in arrivo” è paul che ci allerta. “quanto tempo ho?” “meno di tre minuti”. La barra del download sembra immobile in quel frangente e appena abbiamo i dati scaricati, stacco e scompariamo nel buio del bosco. Trasmettiamo i file sottratti al comando che si complimenta e ci chiede se abbiamo altre info. In quel momento, vediamo avvicinarsi tre individui vestiti di rosso, scortati da uomini armati. Sono piloti? Sono tecnici? No, nulla di tutto questo. Erano semplicemente gli operatori della croce rossa a presidio dell’evento che volevano curiosare. Ma noi questo lo scopriremo solo domenica mattina…. Va beh, abbiamo regalato una risata al comando.
Ci resta l’obj laboratorio, chiarito dalle traduzioni dei fogli in mandarino rinvenuti sui precedenti obj. Il problema è che tale obiettivo è a ridosso di quello che sembra essere la roccaforte cinese, ed è pesantemente pattugliato.
Invece che tenerci dal lato est, quello dove si trova l’obj, che ci pare troppo scoperto, si decide per aggirare il campo base e portarci sull’obj arrivando da ovest. Ancora una volta la mossa è vincente, le case ci danno protezione ed una fila di alberi ci accompagna sotto obiettivo. E’ pero il momento del cambio della guardia, ci tocca aspettare e prender freddo. Al momento opportuno entriamo nel laboratorio, ancora divisi in due brick, e ne usciamo fulminei solo dopo aver recuperato un plico rosso. Torniamo ad un edificio che è a lato ovest del paese, la cui protezione ci da la possibilità di visionare i documenti recuperati. Ci chiariscono molte cose. Un oggetto volante non identificato si è schiantato in zona tajica (obj delta) e i cinesi, in combutta con il governo tajico, hanno recuperato della tecnologia aliena che vorrebbero reimpiegare per un’arma ad alta intelligenza. Il sistema di alimentazione pero rivela dei problemi. C’è una nuova coordinata. Snake sbocca di nuovo. Ammetto che, stanchi come siamo, è una pugnalata che non ci aspettavamo. È a un paio di km, in salita, al limitare sud dell’area operativa. Siamo stati perfetti fin qua, non si cede un millimetro.
Ore 00.45 Partiamo alla volta delle nuove coordinate percorrendo la strada più diretta possibile: senza visori è troppo pericoloso avventurarci nel bosco. Evitiamo un paio di fir che evidentemente portano gli operatori di contro sull’obj e arriviamo, non senza fatica, all’abitato di Bondeno. È deserto, quasi spettrale, e attestati in osservazione individuiamo il sito obiettivo. E' un gruppo di vecchie case isolate ad una ottantina di metri dal villaggio principale, e le torce della difesa indugiano a roccaforte di presidio. Restiamo in osservazione un’ora mezza, si sono fatte le 03.30. il rischio è che se aspettiamo ancora, dovremo esfiltrare attraversando il territorio cinese in piena luce. Infattibile. Rotti gli indugi quindi, mentre paul e snake restano defilati, approcciamo gli edifici dal campo aperto, sfruttando il cono d’ombra che l’edificio stesso crea. A 15 metri dalla casa, vedo il cambio della guardia montare dal sentiero principale. Perfetto. Merda. Facciamo in tempo ad attestarci dietro il muro. Vedo la canna del fucile di un nemico spuntare dall‘apertura tra le due case vicine. Li sento parlare. Sento l’odore delle loro sigarette. Aspettiamo che la pattuglia smontante si allontani. Mi sporgo dal muro, quando percepisco che due operatori sono fianco a fianco davanti alla porta dell’obiettivo. Raffica breve, tutti e due out senza possibilità di replica. Bad aggira l’edificio e mentre io mi metto a copertura verso il lato in cui le altre sentinelle erano di ronda, entra. Indugia qualche minuto all’interno dell’obiettivo, le informazioni da fotografare sono tante.
Rinviene e preleva una fiala dello stesso liquido di cui era imbrattata la zona dello schianto. Ci defiliamo veloci e trasmettiamo quanto ottenuto al comando. Confermate info sufficienti, autorizzati all’esfiltro.
Non ci resta che ripercorrere i nostri passi fino a Fraciscio, varcando il confine. È imperativo che nessuno si accorga di noi. Complice l’orario da lupi, la zona centrale non è più cosi fortemente pattugliata. Ci acquattiamo per evitare una pattuglia e per dar modo a snake di sboccarsi su un manica, ma per il resto l’esfiltro procede liscio come l’olio. Varchiamo all’indietro il ponte che ci ha condotto in Cina e che ora ci riporta alla salvezza.
Ore 05.35 confermato esfiltro a comando.
Mi rendo conto solo ora che abbiamo portato a termine un evento perfetto: nei 42km percorsi tra le pendenze dell’area operativa non abbiamo mai allertato una pattuglia, gli obiettivi sono stati svolti come da manuale e i pochi colpi sparati sono stati chirurgici, necessari e hanno colto alla sprovvista il nemico.
Siamo stanchissimi, ancora bagnati, soprattutto nelle ossa, ma consapevoli di aver fatto qualcosa di speciale. Col senno di poi, se il meteo fosse stato clemente, non sarebbe stata la stessa cosa. Quel rigolo di sudore che mi bagna ora la fronte e gocciolando arriva fino alle labbra non avrebbe avuto lo stesso sapore. Siamo stati mitici. Pattuglia formidabile, mai una sbavatura, un disaccordo, uno scazzo. I fratelli con cui ho condiviso queste ore sono persone con cui ne vorrei condividere ogni minuto, di questo pazzo sport, e di vita. Ragazzi, paul e snake fanno più di un secolo in due, e non hanno arretrato un centimetro. Bad dalla sua ha dimostrato una attitudine alla tattica speciale, sarà un buon TL.
Gli amici degli Zarruele non ci stupiscono più per i loro eventi. Sappiamo che danno il meglio nell’organizzare e che lo fanno al meglio nel panorama italiano. Quello che ci ha stupito stavolta, e non solo durante queste 48h, è stata la reazione alle avversità e agli ostacoli che gli si sono presentati: diciamoci la verità, il fato in questo caso non gli ha concesso una fortuna che sia una. So nei mesi scorsi le difficoltà che hanno avuto a causa degli eventi. So che l’evento è stato a rischio fino all’ultimo secondo, ci sarebbero stati i presupposti per annullare. Ma loro, come gruppo, hanno affrontato i problemi, uniti, e li hanno risolti, insieme, anche rischiando.
Da loro c’è davvero da imparare, perché non ci sono Rozzilla, Boo, Six, Jack, Batte, johnny e tutti gli altri. Ci sono gli Zarruele, che è molto di più.
E’ stato l’evento che ci ha fatto vedere più di altri il limite:
quello fisico, provato dalle salite e dal freddo, ma anche quello di coloro che hanno dovuto montate gli obj sotto la pioggia scrosciante
quello mentale, messo a prova dalla pioggia che non ti lascia mai stare, ma anche di coloro che hanno dovuto decidere, rivalutare, reinventare per poter garantire l’evento.
Ma “i limiti, come le paure, sono spesso solo un’illusione”.
CMD Tritolo OVER
Sfiliamo davanti ad alcune baite, da una delle quali un uomo ci fa gesto di avvicinarci. Sono 4 cacciatori, incuriositi dal nostro aspetto e probabilmente dai grossi zaini, che ci invitano a bere qualcosa. Si insomma, la classica scena dei film sulla seconda guerra mondiale in cui la popolazione da ospitalità agli eserciti di liberazione. Ne approfittiamo per cucinare un pasto caldo mentre scambiamo opinioni e avventure con i padroni di casa: un bicchiere di vino ci allieta, un caffè caldo ci rincuora e il sole ci asciuga per quanto possibile.
Salutati i gentilissimi cacciatori, scendiamo ancora un po prima di trovare un buon posto per installare un OP, e mentre ci riposiamo, passo in rassegna con il nasone (lo spective, per chi non mastica la lingua lgm) la zona sud, ci sono di certo un paio di punti interessanti che trasmetto al comando.
Ore 19.30. A Ridosso dell’imbrunire, prima di entrare di nuovo a fraciscio, decido per una cache. Gli zaini non ci serviranno per quel che dobbiamo fare in territorio cinese, di fermarci non se ne parla quindi ci alleggeriamo giustamente del non indispensabile.
Il punto individuato da Bad per oltrepassare il confine è un ponte pedonale a est della cittadina, più a nord di quello principale carrozzabile.
Non incontriamo presidio e, passato il ponte, ci infiliamo su un sentiero che dovrebbe costeggiare il lato est. Scorgiamo pero le luci di una pattuglia che viene verso di noi. Prendiamo il lato del bosco e, non appena la contro è a tiro, li falciamo senza che nemmeno si accorgessero di cosa fosse successo.
Proseguire su questa costa non è facile, il terreno è costellato di pietre e radici, e le continue soste per nasconderci dai fasci delle torce che provano invano a sorprenderci ci infreddoliscono oltre che rallentarci.
Arrivati in zona obj, ridenominato Echo, vediamo il drone, fantastico, appoggiato sulla zona di decollo, che aspetta noi per rivelarci ciò che ha nella sua memoria. Facciamo passare la contro e, solita impostazione degli obj precedenti, mentre paul e snake coprono, io e bad scendiamo all’obiettivo. Passato lo stupore iniziale di un simulacro davvero magnifico, bad inizia la sequenza: on, 1, reset, 1, copia dei dati, attacco il telefono al cavo per il trasferimento e.. “trito, pattuglia in arrivo” è paul che ci allerta. “quanto tempo ho?” “meno di tre minuti”. La barra del download sembra immobile in quel frangente e appena abbiamo i dati scaricati, stacco e scompariamo nel buio del bosco. Trasmettiamo i file sottratti al comando che si complimenta e ci chiede se abbiamo altre info. In quel momento, vediamo avvicinarsi tre individui vestiti di rosso, scortati da uomini armati. Sono piloti? Sono tecnici? No, nulla di tutto questo. Erano semplicemente gli operatori della croce rossa a presidio dell’evento che volevano curiosare. Ma noi questo lo scopriremo solo domenica mattina…. Va beh, abbiamo regalato una risata al comando.
Ci resta l’obj laboratorio, chiarito dalle traduzioni dei fogli in mandarino rinvenuti sui precedenti obj. Il problema è che tale obiettivo è a ridosso di quello che sembra essere la roccaforte cinese, ed è pesantemente pattugliato.
Invece che tenerci dal lato est, quello dove si trova l’obj, che ci pare troppo scoperto, si decide per aggirare il campo base e portarci sull’obj arrivando da ovest. Ancora una volta la mossa è vincente, le case ci danno protezione ed una fila di alberi ci accompagna sotto obiettivo. E’ pero il momento del cambio della guardia, ci tocca aspettare e prender freddo. Al momento opportuno entriamo nel laboratorio, ancora divisi in due brick, e ne usciamo fulminei solo dopo aver recuperato un plico rosso. Torniamo ad un edificio che è a lato ovest del paese, la cui protezione ci da la possibilità di visionare i documenti recuperati. Ci chiariscono molte cose. Un oggetto volante non identificato si è schiantato in zona tajica (obj delta) e i cinesi, in combutta con il governo tajico, hanno recuperato della tecnologia aliena che vorrebbero reimpiegare per un’arma ad alta intelligenza. Il sistema di alimentazione pero rivela dei problemi. C’è una nuova coordinata. Snake sbocca di nuovo. Ammetto che, stanchi come siamo, è una pugnalata che non ci aspettavamo. È a un paio di km, in salita, al limitare sud dell’area operativa. Siamo stati perfetti fin qua, non si cede un millimetro.
Ore 00.45 Partiamo alla volta delle nuove coordinate percorrendo la strada più diretta possibile: senza visori è troppo pericoloso avventurarci nel bosco. Evitiamo un paio di fir che evidentemente portano gli operatori di contro sull’obj e arriviamo, non senza fatica, all’abitato di Bondeno. È deserto, quasi spettrale, e attestati in osservazione individuiamo il sito obiettivo. E' un gruppo di vecchie case isolate ad una ottantina di metri dal villaggio principale, e le torce della difesa indugiano a roccaforte di presidio. Restiamo in osservazione un’ora mezza, si sono fatte le 03.30. il rischio è che se aspettiamo ancora, dovremo esfiltrare attraversando il territorio cinese in piena luce. Infattibile. Rotti gli indugi quindi, mentre paul e snake restano defilati, approcciamo gli edifici dal campo aperto, sfruttando il cono d’ombra che l’edificio stesso crea. A 15 metri dalla casa, vedo il cambio della guardia montare dal sentiero principale. Perfetto. Merda. Facciamo in tempo ad attestarci dietro il muro. Vedo la canna del fucile di un nemico spuntare dall‘apertura tra le due case vicine. Li sento parlare. Sento l’odore delle loro sigarette. Aspettiamo che la pattuglia smontante si allontani. Mi sporgo dal muro, quando percepisco che due operatori sono fianco a fianco davanti alla porta dell’obiettivo. Raffica breve, tutti e due out senza possibilità di replica. Bad aggira l’edificio e mentre io mi metto a copertura verso il lato in cui le altre sentinelle erano di ronda, entra. Indugia qualche minuto all’interno dell’obiettivo, le informazioni da fotografare sono tante.
Rinviene e preleva una fiala dello stesso liquido di cui era imbrattata la zona dello schianto. Ci defiliamo veloci e trasmettiamo quanto ottenuto al comando. Confermate info sufficienti, autorizzati all’esfiltro.
Non ci resta che ripercorrere i nostri passi fino a Fraciscio, varcando il confine. È imperativo che nessuno si accorga di noi. Complice l’orario da lupi, la zona centrale non è più cosi fortemente pattugliata. Ci acquattiamo per evitare una pattuglia e per dar modo a snake di sboccarsi su un manica, ma per il resto l’esfiltro procede liscio come l’olio. Varchiamo all’indietro il ponte che ci ha condotto in Cina e che ora ci riporta alla salvezza.
Ore 05.35 confermato esfiltro a comando.
Mi rendo conto solo ora che abbiamo portato a termine un evento perfetto: nei 42km percorsi tra le pendenze dell’area operativa non abbiamo mai allertato una pattuglia, gli obiettivi sono stati svolti come da manuale e i pochi colpi sparati sono stati chirurgici, necessari e hanno colto alla sprovvista il nemico.
Siamo stanchissimi, ancora bagnati, soprattutto nelle ossa, ma consapevoli di aver fatto qualcosa di speciale. Col senno di poi, se il meteo fosse stato clemente, non sarebbe stata la stessa cosa. Quel rigolo di sudore che mi bagna ora la fronte e gocciolando arriva fino alle labbra non avrebbe avuto lo stesso sapore. Siamo stati mitici. Pattuglia formidabile, mai una sbavatura, un disaccordo, uno scazzo. I fratelli con cui ho condiviso queste ore sono persone con cui ne vorrei condividere ogni minuto, di questo pazzo sport, e di vita. Ragazzi, paul e snake fanno più di un secolo in due, e non hanno arretrato un centimetro. Bad dalla sua ha dimostrato una attitudine alla tattica speciale, sarà un buon TL.
Gli amici degli Zarruele non ci stupiscono più per i loro eventi. Sappiamo che danno il meglio nell’organizzare e che lo fanno al meglio nel panorama italiano. Quello che ci ha stupito stavolta, e non solo durante queste 48h, è stata la reazione alle avversità e agli ostacoli che gli si sono presentati: diciamoci la verità, il fato in questo caso non gli ha concesso una fortuna che sia una. So nei mesi scorsi le difficoltà che hanno avuto a causa degli eventi. So che l’evento è stato a rischio fino all’ultimo secondo, ci sarebbero stati i presupposti per annullare. Ma loro, come gruppo, hanno affrontato i problemi, uniti, e li hanno risolti, insieme, anche rischiando.
Da loro c’è davvero da imparare, perché non ci sono Rozzilla, Boo, Six, Jack, Batte, johnny e tutti gli altri. Ci sono gli Zarruele, che è molto di più.
E’ stato l’evento che ci ha fatto vedere più di altri il limite:
quello fisico, provato dalle salite e dal freddo, ma anche quello di coloro che hanno dovuto montate gli obj sotto la pioggia scrosciante
quello mentale, messo a prova dalla pioggia che non ti lascia mai stare, ma anche di coloro che hanno dovuto decidere, rivalutare, reinventare per poter garantire l’evento.
Ma “i limiti, come le paure, sono spesso solo un’illusione”.
CMD Tritolo OVER