Autore Topic: ALP-ONE Madesimo 6-7-8 settembre 2019  (Letto 699 volte)

Paul

  • @Consigliere@
  • Generale
  • ***
  • Post: Sono un geek!!
    • Mostra profilo
ALP-ONE Madesimo 6-7-8 settembre 2019
« il: Settembre 14, 2019, 05:05:25 pm »
Ancora 48h. mitico film anni 90, sequel di un altrettanto mitico “48h” con Eddie Murphy. E anche stavolta parliamo di un film, il nostro. Ancora 48h, ancora 48h nel bosco, ancora 48h in pattuglia, ancora 48h di evento con aspettative altissime. Gli amici Zau l’hanno fatto di nuovo, hanno cercato di replicare i successi dei passati Alp-one mettendoci, come capiremo presto, molto di nuovo. Io gli eventi lunghi li adoro, perchè ti lasciano il tempo di pianificare, ti lasciano il tempo di capire cosa fare, senza costringerti a strafare. Lezione numero uno dell’HSA: di giorni riposi e ti sposti, di notte attacchi. E cosi sarà.

Il preludio è già tutto un programma, un book scarno di obiettivi, con ben poco da pianificare, e con il sospetto che non sia tutto li. Sospetto che diviene più chiaro quando, ci arriva il secondo pezzo delle informazioni, straordinariamente scelto di essere nascosto dentro una confezione di cornflakes.

Un video, che rafforza i sospetti di cui sopra. Lo scopriremo la.

C’è ben poco da pianificare, non sappiamo dove verremo infiltrati, e dopo un check attrezzatura, siamo già pronti. Non siamo di primo pelo ormai, bastano le rifiniture.

L’area operativa è spettacolare, Madesimo, che ai piedi di una valle, controlla dal basso il suo territorio. Le cime sono già imbiancate, e lo saranno, sempre più in basso e sempre più copiosamente, prima della fine di questo evento. Le previsioni meteo non sono clementi, saranno 48h dure.

L’infiltro avviene, curiosamente, tramite ovovia, che, durante la salita, ci permette di scrutare un minimo quello che sta sotto di noi e sul quale presto poggeremo i piedi. Il territorio è solcato da quelle che in inverno sono le piste da sci, ma che ora sono semplicemente delle lingue di erba che interrompono la continuità del bosco. È un aspetto da valutare in maniera consistente, basta la scelta sbagliata del momento per ritrovarsi negli obiettivi della contro.

L’uscita dalla cabinovia è abbastanza facile, si vede qualche gruppo di incursori che già si apprestano a sparire nel bosco e alcune pattuglie di contro che bloccano i passaggi semplici.

Decido di prendere quota e aggirare la zona, muovendoci verso sud, passando dall’alto. L’attraversamento dell’area è abbastanza impegnativo, la vegetazione bassa è resa insidiosa dalla pioggia che cade, fredda e costante, ma senza essere troppo fastidiosa. Quello di cui invece faremmo a meno, è quel vento che da valle spazza fino in cima. E che ovviamente ci accompagnerà fino alla fine.

Arrivati al quasi all’estremo sud dell’AO, ci appostiamo con lo spektive in quota rispetto al laboratorio, nei pressi della statua della madonna. La discesa è troppo esposta per essere affrontata in sicurezza di non essere avvistati, non c’è un albero a poterci dare copertura e andrebbe a finire di essere avvistati già un’ora prima di essere in zona obj. Non si può fare. Decidiamo allora di arretrare verso il bosco, approntare il primo bivacco ed aspettare l’imbrunire. Le tenebre sono da sempre alleate dei Lupi, e con il loro mantello scuro coprono i movimenti alla vista di coloro che ci aspettano.

Fa buio molto presto, ed inforcato il visore, tiro la pattuglia fino al punto di osservazione di qualche ora fa. La luna è coperta dalle nuvole e la visibilità è davvero scarsa. A meta della discesa, intravediamo in lontananza pattuglie di sentinella nella strada sottostante. AL momento opportuno ci stanziamo dietro una struttura e, quando la pattuglia di contro rientra, ci fiondiamo nel bosco al di la, sparendo di nuovo alla vista. Il laboratorio è li, poco distante, presidiato da tre operatori e da un tecnico in camice bianco. Ci mettiamo un pò a decidere il momento giusto per l’assalto.

Abbattuta tutta la difesa, intimiamo il tecnico di fornirci una provetta del sangue della cavia posta su un tavolo, e nel mentre fotografiamo il tutto. Da una mappa appesa apprendiamo l’esistenza di altri due obj, archivio e magazzino. Si sono fatte le 23, è decido di recarmi prima all’incontro fissato per le 00.00 con in servizio di intelligence. Penseremo più tardi agli altri due obj, la notte è giovane.

Arrivati al punto di RV, ci attestiamo in un boschetto adiacente per attendere l’ora X. Nel mentre facciamo in tempo a scorgere un’altra pattuglia di incursori che viene prelevata e portata altrove.

Spaccando il minuto, al nostro momento, ci avviciniamo tattici all’auto del nostro contatto, che ha un sussulto quando, dal buio della notte, gli busso al finestrino.

Ci caricano sul mezzo senza proferire parola e partiamo prendendo la quota. Passa poco prima che il mezzo venga intercettato. C’è molto trambusto dallo scontro, noi siamo disarmati e non possiamo intervenire.

Qui il colpo di scena: si presenta il colonnello Bolton, che tramite un video rivela la vera natura della nostra missione. Siamo dei cloni, guerrieri in provetta, destinati ad essere pubblicità per un virus inteso a creare il soldato perfetto, sacrificabile. Il colonnello ci rivela che ha tradito, perchè stufo di questi barbari esperimenti sulla clonazione e ci rivela il modo per essere finalmente liberi.

Scopriamo quindi tre nuovi obiettivi: il mog, centro tecnologico per disattivare i nostri bracciali di riconoscimento, il server, dove sono stoccate le informazioni del nostro dna e il centro di produzione dei cloni, dove dovremo distruggere le capsule contenenti le ultime nostre copie, i nostri cloni.

La missione quindi si sposta sul lato nord dell’area operativa. Decidiamo per affrontare il mog, obbiettivo più in quota, immediatamente. Saliamo cosi la ripida pista che attraversa il bosco e, non senza esserci nascosti più volte dalle surefire della contro, ci portiamo in vista obj. Il sentiero che conduce alla tenda è pattugliato, ma un breve scontro a nostro favore toglie di mezzo le sentinelle. Sono Paul e joker, alla caccia della mia pattuglia: sarà per la prossima volta ragazzi, non disperate.

La tenda mog è pesantemente presidiata di operatori, ma l’azione a sorpresa riesce a spezzare le difese. Entriamo nel complesso, disattiviamo i bracciali e ci dileguiamo.

Sono ormai le quattro, e propendo per scendere di quota, trovare un punto per il bivacco e, alle prime luci del giorno, iniziare a riposare.

Il bello di una finestra operativa cosi ampia come una 48h è che ti permette proprio di pianificare on the run il da farsi. Di giorno, non è necessario rischiare di scoprirsi. Nel primo pomeriggio, destati dalle nostre amache, dopo aver pranzato, decidiamo di avvicinarci al prossimo obj della lista, il server.

Dopo un pò di cammino assestiamo un Op a 1290mt dal server. Coperti dalla vegetazione, monto lo spektive ed aiutato dalla tecnologia mi faccio una idea sull’edificio in cui fare irruzione. C’è ancora qualche ora prima del buio, è il momento di farsi un the.

MA qui accade l’irreparabile. Nel montare l’op siamo stati evidentemente avvistati da un pattuglia di contro, che pensa bene di aggirarci furtivamente alle spalle passando dal bosco per sorprenderci in pieno bivacco. Siamo stati leggeri forse, ma cosi lontani da un obj, interni al bosco, ho sottovalutato la fame della difesa.

Siamo rilasciati in quota, maggiore di quella dell’infiltro, e l’unica soluzione possibile è ridiscendere il costone nord fino a portarsi sul presidiatissimo campobase.

La notte ci permette, non senza sudare freddo, di passare a pochi metri sopra il campo tendato. Adrenalina allo stato puro, coi fari delle auto e delle torce che ci illuminano inconsapevolmente, ma troppo disattente per individuarci. Il terreno è insidioso ed è la causa di un piccolo infortunio per uno di noi, che comunque tiene duro fino all’obj.

Arriviamo quindi alla serie di edifici adiacenti a quello del server. Una pattuglia presidia la strada ma dopo un paio di ore di osservazione, riusciamo inosservati ad entrare nel server. I tecnici, disarmati, ci consegnano le password per accedere al mainframe. La procedura è laboriosa e lunga, e nella tensione sbagliamo due volte l’inserimento dei codici. La terza è la volta buona.

E’ qui che lasciamo Serpix per essere trasportato al campo base. Continueremo in tre per quello che arà l’ultimo strappo di salita.

Il versante opposto è spazzato ancora una volta dal vento. La salita spezza le gambe ormai provate da oltre 30km di cammino. La notte è buia, e le nuvole hanno nascosto la bella luna che finora ci ha fatto da segnavia.

La zona è scarna di difesa, e ben presto ci troviamo a ridosso del centro produzione cloni. Mentre stiamo per decidere di entrare, una pattuglia di contro sopraggiunge in lontananza. Ci blocchiamo. Siamo vicinissimi, nascosti solo dalla cima di una piccola collinetta. Gli operatori ostili, sopraggiunti in zona, iniziano a far danzare le loro luci. Uno di loro arriva a 15 mt da noi, ci illumina. Noi siamo congelati. Anche termicamente parlando. LA luce sparisce, ma udiamo l’operatore proferire:” mi è sembrato di vedere qualcosa”. Il cono di luce torna su di noi. È uno di quei momenti per cui si pratica questo gioco. O almeno, lo è per me. Non ci nota ancora una volta, è deluso, torna verso l’edificio.

Un ingaggio spezza il silenzio. Una altro team di incursori ha iniziato l’attacco. Ben presto però vengono eliminati uno ad uno. È il momento di agire, con la contro decimata. In un baleno siamo dentro, tre raffiche eliminano la restante difesa. L’obj è alla nostra portata. Entro nella tenda e lo spettacolo della scenografia cancella per un momento il dolore alla spalla di un volo memorabile di poco prima. Quattro capsule contengono gli ultimi nostri cloni rimasti. Inizio le sequenze di distruzione e in pochi minuti siamo sulla via di discesa.

È il momento dell’esfiltro, di andare a recuperare il nostro compagno evacuato e goderci quanto compiuto.

Ancora una volta un grande evento. Gli amici degli Zarruele, e del circuito, hanno colto nel seno un’altra volta. Per Chi ci vede da fuori, lontano dal mondo del softair, siamo quelli che “si sparano i pallini di plastica”, che “ma non è ora di crescere?”, che “non ce l’hai una famiglia?”. Ecco, famiglia. È cosi che ti senti quando affronti gli eventi di questo livello. Per quelle ore, la famiglia è la tua pattuglia. La famiglia sono quelli che ti cacciano, ma che si sacrificano per il tuo divertimento.

Ancora, per 48H.

CMD Tritolo OVER