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Area C.A.R. / Re:Domenica 4 agosto - proviamoci
« Ultimo post da Tnt il Luglio 22, 2024, 05:34:10 pm »

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Area C.A.R. / Re:Domenica 4 agosto - proviamoci
« Ultimo post da Tritolo il Luglio 22, 2024, 12:51:12 pm »
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Area C.A.R. / Domenica 4 agosto - proviamoci
« Ultimo post da Tritolo il Luglio 22, 2024, 12:49:12 pm »
Lupi, proviamo l ultima giocata prima della sospensione estiva

SE CI SIETE DOVETE POSTARVI ENTRO MERCOLEDI 31 ALLE 20.

Sotto con la lista
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Area C.A.R. / Re:Domenica 21 luglio - GIOCATA UFFICIALE
« Ultimo post da DESMO il Luglio 20, 2024, 12:38:06 pm »

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Area C.A.R. / Re:Domenica 21 luglio - GIOCATA UFFICIALE
« Ultimo post da Timor il Luglio 20, 2024, 12:26:58 pm »
 il: Luglio 19, 2024, 03:00:27 pm »Inserisci citazione
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Area C.A.R. / Re:Domenica 21 luglio - GIOCATA UFFICIALE
« Ultimo post da Gigio il Luglio 19, 2024, 03:00:27 pm »
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Ho trovato il tempo di leggere solo ora.
Vi rinnovo i complimenti per l interpretazione e la fatica messa in piedi, in un evento difficile da interpretare.
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Area C.A.R. / Re:Domenica 21 luglio - GIOCATA UFFICIALE
« Ultimo post da Paul il Luglio 18, 2024, 01:22:42 pm »
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Area C.A.R. / Re:Domenica 21 luglio - GIOCATA UFFICIALE
« Ultimo post da Tritolo il Luglio 18, 2024, 12:58:59 pm »

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Operazione LORD OF WAR - Sniper Edition
DEBRIEFING SIERRA 4 – Lupi Grigi di Murmansk

Quando Tritolo ci chiama per chiederci di partecipare alla 12 ore organizzata dai Lupi del Moncenisio, ci mettiamo circa 5 secondi di tempo per dargli la nostra conferma. Dopo altri 5 secondi però realizziamo che si tratta di un evento sniper/spotter, un tipo di gioco che non abbiamo mai fatto, che saremo solo io e Gigio e che dobbiamo cavarcela da soli perché in squadra non ci sarà nessun lupo di esperienza a guidarci e ci chiediamo chi ce l’ha fatto fare. D’altra parte, se non ti metti mai in gioco, non puoi crescere e quindi via con qualche prova sul campo nelle giocate domenicali, con la scelta dell’attrezzatura e soprattutto con la pianificazione. A una decina di giorni dall’evento iniziano ad arrivare gli opord e la storia inizia a prendere forma: siamo agenti del Mossad sulle tracce di Orlov, il signore della guerra, che questa volta sembra avvalersi dell’aiuto dei Volki. Ci viene trasmessa la coordinata dell’ultimo avvistamento del nostro agente in area operativa, poi arriva una traccia termica rilevata da un satellite in base alla quale calcoliamo il possibile punto di atterraggio di un UAV e chiediamo che la zona venga sorvolata da un nostro drone.

Il drone ci restituisce le immagini della zona di atterraggio dell’UAV e di quello che sembra essere il tecnico che lo comanda e di una base operativa dei Volki che sembra essere ubicata in una ex-cava, entrambe le zone fortemente presidiate. Il nostro drone viene poi abbattuto e, il giorno prima della nostra missione, ci viene fornita anche una possibile area da cui potrebbero essere partiti i missili che l’hanno abbattuto.

Finalmente arriva il giorno della missione. L’area operativa si estende sul costone di una montagna, ad un’altitudine che va dai 380 metri dell’infiltro a poco più di 1400. Essendo una missione sniper/spotter dobbiamo fare di tutto per non farci individuare. Gigio ha studiato attentamente la cartografia della zona e ha individuato due possibili vie di ascesa: la strada carrozzabile e asfaltata, che però sarà presidiata (e a cui Gigio, da buon LGM, sembra essere allergico), e alcuni sentieri che non dovrebbero essere presidiati. Optiamo naturalmente per i sentieri e disegniamo la traccia del percorso che vogliamo seguire, con alcuni punti intermedi per aiutarci nella navigazione. La strada è lunga più di 8 km, mentre il percorso che abbiamo scelto sui sentieri è lungo poco più di 4 e ovviamente sarà molto più ripido. Decidiamo inoltre di evitare accuratamente campi scoperti (dove sono presenti molte case abitate), e questo ci porterà a fare dei sentieri molto più impervi all’interno del bosco.

Veniamo infiltrati in area operativa poco prima delle 22 e ci dirigiamo verso la coordinata nota dell’ultimo avvistamento del nostro agente. Il sentiero sale ripido e ci spezza un po’ il fiato, c’è ancora un pochino di luce e la temperatura è ancora alta. Arrivati alla coordinata vediamo un altro team davanti a noi che ci fa segno di attendere, dato che un terzo team è già sulla coordinata. Dopo poco arriva un quarto team, che si accoda a noi. Arrivato il nostro turno, Gigio entra a prendere la busta con il nostro call sign SIERRA 4, mentre io rimango in copertura. Recuperata la busta troviamo un posto tranquillo dove analizzare le informazioni contenute, scansioniamo un QR code e scarichiamo un video in cui si vede l’incontro tra il nostro Orlov e un tale Ghiban, che dovrebbe essere il leader del gruppo mafioso dei Volki. Trasmettiamo a OpCom, che a sua volta ci decripta un secondo video in cui si vede un piccolo scorcio della cava, una sentinella che parla al telefono e un tecnico.

La cava si trova a poche decine di metri sopra di noi, c’è un gran movimento di operatori della contro che illuminano di continuo il bosco con le loro torce. Avevamo individuato qui un punto d’acqua e quindi prima di ripartire riempiamo una bottiglietta che abbiamo già finito. Per arrivare alla cava c’è un solo punto di accesso, bisogna salire una scalinata e attraversare la strada: è un collo di bottiglia. Praticamente tutte le squadre sono qui e gli scontri si susseguono. Guadagniamo la copertura di un muro e mi metto in osservazione: voglio capire il giro che fa la ronda. Scopriamo che le ronde sono due e seguendo le luci delle loro torce possiamo capire quando si allontanano e approfittare di quel preciso momento per attraversare. Dal muro alla strada ci sono una decina di gradini e poi, secondo la mappa, dall’altra parte ci dovrebbe essere un altro sentiero che sale costeggiando la cava. Dico a Gigio che aspettiamo che la ronda si allontani per salire e attraversare, lui insiste per provare a salire attraversando il bosco: pessima idea perché al buio non si vede nulla. Alla scelta sbagliata si aggiunge la sfortuna: un’altra squadra che sta arrivando dietro di noi allerta la contro, che finora non ci aveva visto e che inizia a sventagliare con le torce e a sparare. Parte lo scontro, Gigio viene colpito e a questo punto non mi resta che intervenire eliminando entrambi gli operatori della contro. Abbiamo un attimo di esitazione, non capiamo se ci sono altri operatori della contro, di sicuro ci sono altre squadre dell’interdizione, si è creata un po’ di confusione, abbandoniamo l’opzione bosco, saliamo la scala, attraversiamo la strada, troviamo il sentiero e ci inerpichiamo correndo ai lati della cava, facendo attenzione ai continui lampi delle torce di altre guardie all’interno della cava. Arriviamo ansimanti in cima, provati ma in posizione di sicurezza. OpCom ci ha chiesto di effettuare una recon della cava, raggiungiamo quindi un piccolo “balcone” e Gigio striscia fino all’orlo per verificare e fotografare, mentre io rimango di copertura. Ci allontaniamo e trasmettiamo foto ed info di quello che abbiamo visto. OpCom ci comunica di proseguire con la missione. In fase di pianificazione avevamo individuato un altro punto di osservazione dall’altra parte della cava, decidiamo di andarlo a verificare. Questa si rivelerà una scelta sbagliata: dobbiamo scendere sull’altro lato della cava, il sentiero è molto brutto. Raggiunto il punto, Gigio sale a dare un’occhiata: il “balcone” è molto scenografico, con erba alta in cui strisciare e la vista dall’alto della cava, ma non aggiunge nulla di utile a quello che già sappiamo e ci ha fatto solo perdere tempo prezioso.

Ci rimettiamo in marcia sotto un meraviglioso cielo stellato. La nostra meta è il campo di atterraggio dell’UAV e calcoliamo di arrivarci verso le 4 del mattino, il dislivello da coprire è di circa 700 mt. Fino al punto che noi abbiamo contrassegnato come “svolta Piaunetto” (quota 830 mt), il sentiero è in ottime condizioni: arrivati alla svolta o si continua sulla carrabile o si prosegue con il sentiero nel bosco. La nostra pianificazione prevede di fare il sentiero e proseguiamo quindi nel bosco, dopo un po’ però il sentiero inizia ad essere meno tracciato e ingombro di detriti (forse anche a causa delle forti piogge delle ultime settimane) e al buio diventa più difficile ritrovarlo, impieghiamo più tempo del previsto e quando in località Oviglio (quota 1000 mt) delle rocce ci impediscono il passaggio nel bosco, decidiamo di uscire sulla strada e correre il rischio di incrociare una FIR, cosa che puntualmente accade poco dopo, ma ce ne accorgiamo in tempo e riusciamo a nasconderci a bordo strada dove, con il cuore in gola, aspettiamo che la macchina passi oltre. Scampato il pericolo proseguiamo, cercando di individuare possibili posti dove nasconderci, anche se non sempre è possibile, perché la strada a volte ha un muro da un lato e il dirupo dall’altro. In località Usseglio superiore (quota 1115 mt) decidiamo di toglierci dalla strada e salire attraversando un prato a ridosso del bosco: la pendenza è davvero notevole, ci sta spezzando fiato e gambe e procediamo a zig zag, Gigio davanti e io dietro. A metà salita Gigio, non sentendomi più, si gira e mi vede sdraiata in mezzo all’erba che guardo il cielo. Mi raggiunge (mi confesserà poi che ha temuto che io non ce l’avrei fatta a continuare): decidiamo di bere una bevanda energetica e di prenderci 5 minuti di pausa, il panorama sulla valle è meraviglioso adesso che l’oscurità inizia a cedere il passo alla luce. Ripartiamo, arriviamo in cima al prato (quota 1200 mt), attraversiamo la strada due volte e poi imbocchiamo l’ultimo sentiero che ci consentirà di tagliare di molto il percorso. Appena imboccato, sento l’inconfondibile rumore di un’auto che si avvicina, ci buttiamo a terra di nuovo con il cuore in gola, i fari passano e si allontanano. Proviamo a proseguire, ma il sentiero è molto ripido e davvero poco agevole, rischiamo di cedere prima di uscirne fuori. Torniamo indietro e proseguiamo malvolentieri lungo la strada. Poco dopo Gigio sente di nuovo il rumore di un’auto e mi indica di seguirlo in un campo: appena entra si blocca di colpo e mi dice “oddio una mucca sdraiata!”, guardo, ma in realtà si tratta solo di un masso. Questa è solo la prima di una serie di allucinazioni che avremo da qui alla fine della missione. Della macchina nessuna traccia (forse il rumore era più lontano, portato dal vento, o forse Gigio se lo è immaginato), proseguiamo lungo il tratto di strada che dall’inizio noi abbiamo chiamato la “M”. Arrivati alla terza gobba della M Gigio fa un passo sbagliato e sente una fitta e uno stiramento a un muscolo e io inizio ad avere i crampi, ci buttiamo su un prato accanto alla strada, parzialmente nascosti e facciamo il punto della situazione. Ormai sta albeggiando, il panorama è stupendo, guardo Gigio e dico: siamo arrivati fin qui, se te la senti, andiamo avanti fino all’UAV, vada come vada! Ci alziamo, Gigio testa la gamba che sembra tenere e proseguiamo, ma improvvisamente sento il rumore di un’auto, giusto in tempo per avvisare Gigio e buttarci di lato: anche questa volta passa senza notarci!
Arriviamo nei pressi della chiesa che segna l’inizio dal campo di atterraggio dell’UAV (quota 1370 mt) e vediamo due operatori in piedi proprio lì davanti. Ormai è quasi giorno, la pianificazione basata sulle tenebre è saltata e l’unico modo per avvicinarci all’obiettivo è rimasto quello di passare nel boschetto sotto il pianoro: sarà decisamente più complicato alla luce del sole. Avanziamo faticosamente, il costone è ripido e dobbiamo spesso fermarci per nasconderci agli occhi della contro che passa sul sentiero accanto a noi. Quando finalmente arriviamo sotto obiettivo, notiamo una pattuglia di interdizione appostata davanti a noi. Un’altra è stata appena eliminata sopra di noi. Attendiamo il nostro turno e finalmente Gigio può andare in puntamento. Il nervosismo aumenta, la sentinella si è fermata fuori tiro dietro un ostacolo da parecchi minuti e non accenna a muoversi. Temiamo possano disattivare l’obj, che andava eliminato con il favore delle tenebre. Il terrore si realizza quando sentiamo il tecnico dell’UAV dire “basta, è ora di far decollare il drone” e si avvia verso il computer posto nella casa a pochi metri. Siamo separati, non riusciamo neanche a vederci, men che meno abbiamo il tempo di parlare in radio… Gigio prende la decisione, si gira e con colpo singolo elimina il tecnico all’ultimo momento sull’uscio della casa.  La sentinella si attiva, ma finalmente finisce a vista, due colpi e Gigio la neutralizza. Gigio salta lo steccato e corre all’UAV per recuperare la scatola nera (una chiavetta) che dobbiamo poi decrittare, io rimango in copertura. Gigio pensa di utilizzare il pc nella casa per decriptare la chiavetta, ma non sembra ottenere informazioni utili, manca qualcosa. Fotografa tutto quello che c’è intorno ed esfiltra rapido.  Io cerco di raggiungerlo continuando nel bosco, dietro di me un’altra pattuglia sta prendendo posizione per eliminare il tecnico. Una volta riuniti raggiungiamo un punto sicuro e trasmettiamo ad OpCom quello che abbiamo trovato. La scatola nera non è stata decrittata, dobbiamo trovare un altro pc sul campo: l’unico che abbiamo visto è quello alla cava a quota 750 mt (700 mt di dislivello più in basso). In compenso abbiamo i codici per andare a minare la postazione SAM (che dovrebbe trovarsi poco lontano a quota 1430 mt). Comunichiamo ad OpCom la nostra decisione e ci avviamo.

L’avvicinamento all’area della batteria SAM è solo su strada e di giorno è un vero suicidio. Proseguiamo con cautela ma dietro la curva ecco che sbuca un operatore della contro che subito indietreggia, ormai siamo bruciati: questo punto della strada è infame, costone da un lato, pietraia dall’altro. Poco oltre mi sembra di scorgere l’operatore sdraiato a terra: lo colpisco a colpo singolo, nulla, lo indico a Gigio, anche lui lo colpisce, nulla. Guardiamo meglio, è una roccia… Proseguiamo, tesissimi perché sappiamo che ad ogni curva potrebbero esserci gli operatori, mi sembra di vedere una tenda. La indico a Gigio, forse è l’obj che stiamo cercando: ci avviciniamo, no, è di nuovo una roccia… Finalmente vedo un’auto (e questa volta lo è veramente) e poco sopra una casa. Con ogni probabilità l’obj si troverà dopo l’auto, usciamo dalla strada ma invece di prendere il lato in alto (che però passa vicino alla casa) scendiamo sul prato sotto la strada: errore tattico, poco dopo sbuca la contro che ci sta cercando, ingaggiamo ma purtroppo non vinciamo lo scontro. La nostra missione si chiude qui. Comunichiamo ad OpCom l’intenzione di esfiltrare, le gambe hanno dato tutto quello che avevano, e anche oltre.

Tirando le somme della nostra esperienza, siamo molto soddisfatti perché quello che era stato deciso in fase di pianificazione è stato fatto e siamo arrivati fino all’UAV senza essere mai individuati. Questo era il nostro terzo torneo (dopo il BattleCamp e la 12 ore dei Rangers esattamente un anno fa), qualche errore di valutazione dato dall’inesperienza c’è stato e ci ha fatto perdere tempo prezioso, non consentendoci di portare a termine tutti gli obj. Gigio è stato un ottimo compagno di squadra e un cartografo perfetto! Qualche ora in più di tempo di missione avrebbe consentito di gestire il tutto con più calma e magari di evitare code sugli obiettivi.

Grazie a tutti coloro che hanno lavorato per l’organizzazione dell’evento.

Un ringraziamento speciale va poi al nostro mentore, Tritolo, sempre sul pezzo con utili consigli.

Sierra 4 è over.
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